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Posts Tagged ‘baby tacco’

«Non vi sono molti dubbi che fin dagli anni sessanta i bambini siano giunti a rassomigliare molto di più agli adulti di quanto si sia verificato per secoli. Nell’abbigliamento, nel linguaggio, nelle conoscenze, in ogni aspetto del loro comportamento quotidiano, essi presentano un atteggiamento sempre meno infantile».

Parla così Marie Winn, nel suo Bambini senza infanzia.

La dimostrazione di quanto detto non può non essere condivisa anche oggi che

sono arrivate le scarpe con il “baby tacco per copiare la mamma” (o meglio per far piacere alla mamma).

Senza dubbio sono condivisibili i dubbi e gli allarmi degli ortopedici, soprattutto se si considera che

chi porterà queste scarpe sono bambine le quali, per la loro tenera età, non hanno ancora terminato il loro sviluppo.

Una notizia che deve destare ancora più allarme se si considera che nella società odierna si sta assistendo alla commercializzazione e spettacolarizzazione del bambino (o meglio della sua immagine): un mini-divo sempre vestito all’ultima moda, alla ricerca dell’ultimo giocattolo super-tecnologico.

Il bambino di oggi è costretto a condividere con l’adulto le stesse esperienze, viene cancellata di conseguenza poco a poco quella separatezza di comportamenti ed esperienze che contraddistingueva da un lato il mondo degli adulti, dall’altro il mondo dei bambini.

Il bambino odierno ha la possibilità di conoscere fatti ed esperienze (anche violente e brutali) che fanno inevitabilmente parte del mondo degli adulti.

Al contrario di quello che succedeva un tempo quando i genitori non discutevano di argomenti prettamente adulti davanti al bambino, riuscendo così (almeno in parte) ad offrire un modello adatto all’età del piccolo.

Stiamo passando inevitabilmente, come sostiene la Winn, «dall’età della protezione a quella dell’iniziazione», accelerando il processo di crescita del bambino, che invece ha bisogno di gradualità e tempo.

L’adulto, forse con l’intento di preparare il bambino anticipatamente ad un mondo fatto anche di violenza, di dolore, di cattiveria, pone davanti ai suoi occhi tutte le possibili e inevitabili sfumature della realtà; il bambino si ritrova smarrito, si sente impotente di fronte a situazioni molto più grandi di lui non possedendo ancora gli strumenti adeguati per decodificare tutta questa realtà.

Si assiste per tanto ad un precoce adultismo, dove il bambino viene catapultato nel mondo degli adulti, quest’ultimo caratterizzato a volte da uno psico-infantilismo.

Una confusione totale in termini di ruoli e responsabilità.

Forse i sogni del bambino sono altri.

Lo dicono certi adulti che, in questo caso, il sogno di una bambina è di avere scarpe come quelle della mamma. Semmai, il loro desiderio quando giocano è di poter usare le scarpe della mamma.

E se ciò non è possibile, la bambina lo farà ugualmente, con la sua fantasia, con quel “far finta di” che caratterizza il gioco infantile.

Questi adulti sarebbero molto più onesti se presentassero la scarpa con il baby-tacco per quello che è : un’operazione di marketing, rispondendo più al sogno di certe mamme che hai desideri effettivi dei loro bambini.

Non stupisce che siano poi questi bambini gli adulti di domani che il mercato predilige: perfetti consumatori, che cresciuti fin da piccoli con 200 euro ai piedi, si sentiranno migliori, in pace con se stessi e con il mondo.

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